Pubblicato il giorno 08.08.2024 in Salute mentale

ADHD – quando la testa fa ciò che vuole

Molte persone associano l’ADHD a bambini vivaci ed esuberanti. In realtà, i sintomi di un disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD) non sono sempre riconoscibili dall’esterno e anche gli adulti possono esserne colpiti. Leggete qui perché negli adulti, e soprattutto nelle donne, l’ADHD spesso non viene riconosciuto e come anche una diagnosi tardiva possa facilitare la vita quotidiana delle persone colpite.
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L’essenziale in breve

  • L’ADHD è un disturbo metabolico e funzionale del cervello. È genetico e quindi ereditario.
  • Soprattutto nelle ragazze, i sintomi sono spesso meno evidenti, per cui a molte donne viene diagnosticato solamente in età adulta.
  • Le persone affette da ADHD sono spesso molto creative, capaci di entusiasmarsi e sensibili.
  • Nel trattamento dell’ADHD si alleviano i sintomi e si sviluppano strategie per la gestione della vita di tutti i giorni.

Che cos’è ADHD?

L’ADHD non è una malattia nel senso classico del termine, ma un disturbo dello sviluppo neurobiologico come la dislessia (difficoltà di lettura e scrittura) e la discalculia (difficoltà di calcolo) nonché forme di autismo. Il disturbo è causato da un deficit nella trasmissione di determinati neurotrasmettitori nel cervello, con conseguenti errori nell’elaborazione delle informazioni. Una cosa è certa: l’ADHD non ha nulla a che fare con il fatto che le persone colpite dovrebbero semplicemente impegnarsi di più per fornire prestazioni migliori. Come nel caso dei difetti della vista, l’ADHD è una limitazione biologica della persona e i mezzi ausiliari possono contribuire a un rapido miglioramento dei sintomi.

Le persone affette da ADHD hanno capacità sviluppate diversamente rispetto agli altri. Hanno difficoltà a concentrarsi (deficit di attenzione), a stare sedute ferme (iperattività) e a controllare i propri impulsi (impulsività). Questi comportamenti sono causa di problemi in tutti gli ambiti di vita: a scuola perché non sono in grado di ascoltare con attenzione, al lavoro perché hanno difficoltà con l’autorità o nelle relazioni sociali perché il loro comportamento impulsivo viene percepito come irrispettoso. Le persone affette da ADHD possono anche cadere nella trappola dei debiti perché hanno difficoltà a gestire il denaro, tendono a fare acquisti impulsivi o dimenticano di pagare le fatture.

I sintomi dell’ADHD possono essere di varia entità, ma per poter parlare di ADHD, devono essere presenti al più tardi dal 12o anno di vita. L’ADHD non può quindi svilupparsi in età adulta. Tuttavia, molte diagnosi vengono poste solamente in età adulta, perché i sintomi durante l’infanzia non sono stati riconosciuti o chiariti.

Una diagnosi è spesso lunga e complessa, ma ne vale la pena. Con il giusto trattamento è possibile migliorare notevolmente la qualità di vita delle persone colpite, che spesso provano anche sollievo quando si rendono conto che il loro cervello funziona in modo diverso da quello di altre persone e che quindi non sono ‘strane’, ‘pigre’ o ‘stupide’.


Cause dell’ADHD

Le persone affette da ADHD si muovono spesso tra estremi. Si sentono sottostimolate, ma allo stesso tempo soffrono di un sovraccarico sensoriale. Si fanno distrarre da ogni minimo dettaglio, ma possono anche concentrarsi per ore su un’attività e dimenticare tutto il resto. Anche se dimenticano dove hanno lasciato la bici dieci minuti fa, ricordano perfettamente la giacca che indossava il loro amico due anni fa al cinema. Avviano imprese di successo, ma non sono in grado di portare fuori per tempo la spazzatura. Anche se rifiutano le strutture, hanno bisogno di una buona organizzazione per lavorare in modo efficace.

Carenza di neurotrasmettitori nel cervello

Dietro i sintomi si cela un disturbo metabolico e funzionale del cervello. Nelle persone con ADHD, l’equilibrio dei neurotrasmettitori è disturbato, in particolare quello di dopamina, noradrenalina e serotonina. L’ormone serotonina è responsabile del controllo degli impulsi. La noradrenalina stimola l’attenzione e la dopamina stimola l’attività, l’energia e la motivazione. Il compito di questi neurotrasmettitori consiste nel trasmettere segnali e stimoli. Gli studi hanno dimostrato che nelle persone affette da ADHD i neurotrasmettitori vengono degradati troppo rapidamente e quindi hanno un effetto più breve, per cui il cervello non è in grado di elaborare opportunamente gli stimoli in arrivo. Ne conseguono disturbi dell’attenzione, mancanza di controllo degli impulsi e difficoltà di percezione.

ADHD in famiglia

Il motivo per cui le persone sviluppano ADHD non è stato chiarito in modo esaustivo. Il fattore più importante, tuttavia, è la predisposizione genetica. Se a una persona della famiglia viene diagnosticato l’ADHD, è probabile che ne siano colpiti anche altri membri della famiglia. Ciò significa anche che probabilmente soffrono di ADHD molte più persone di quanto si sappia finora. Anche i fattori ambientali possono svolgere un ruolo nello sviluppo dell’ADHD. Tra questi rientrano le complicazioni della gravidanza e del parto, i traumi e l’esposizione a sostanze nocive nella prima infanzia.


I sintomi dell’ADHD

Deficit di attenzione, impulsività e iperattività sono considerati i tre sintomi principali dell’ADHD. Questi sintomi sono tuttavia molto complessi e possono manifestarsi con gradi diversi. Iperattività non significa necessariamente che un bambino corre continuamente per l’aula. Anche chi prova un senso costante di inquietudine interiore soffre di iperattività, che però in questo caso non è visibile all’esterno, per cui può succedere che i sintomi dell’ADHD non vengano riconosciuti. Soprattutto nelle ragazze, i sintomi dell’ADHD sono spesso meno evidenti, poiché vengono educate a non essere troppo «selvagge». Inoltre, molte persone iniziano a nascondere i propri sintomi già nell’infanzia (il cosiddetto «mascheramento»), per paura di sembrare stupide o di essere rifiutate. A ciò si aggiunge il fatto che per molto tempo si è creduto che l’ADHD «scomparisse» durante la pubertà per effetto dei cambiamenti ormonali. L’ADHD in età adulta è oggetto di ricerche solo a partire da questo millennio. Per questo motivo, in molti casi l’ADHD viene diagnosticato tardi, soprattutto nelle donne.

I segni dell’ADHD possono essere:

  • difficoltà di concentrazione
  • tendenza a lasciarsi distrarre dall’ambiente circostante o dai propri pensieri
  • mancanza di motivazione, procrastinazione, scarsa perseveranza
  • sognante, immerso nei propri pensieri, mentalmente assente
  • smemoratezza e/o disorganizzazione
  • problemi nella pianificazione, nella definizione delle priorità e nel rispetto delle scadenze
  • mancanza di percezione del tempo (time blindness)
  • aumentata necessità di muoversi, incapacità di stare seduti fermi a lungo o di rilassarsi
  • irrequietezza interiore, turbinio di pensieri o pensieri frenetici, sensazione di non riuscire a staccare la spina
  • eloquio eccessivo
  • iperfocus/vista a tunnel, dimenticare tutto ciò che sta attorno
  • azione precipitosa, senza pensare alle conseguenze, accessi d’ira
  • propensione al rischio come guida veloce, droghe, sport estremi
  • rapide oscillazioni del tono dell’umore, frustrazione, scoppi d’ira, bassa autostima
  • grande paura del rifiuto

I lati positivi dell’ADHD

Sebbene le persone affette da ADHD debbano spesso affrontare difficoltà, non dobbiamo dimenticare che le loro capacità hanno anche molti lati positivi. Spesso sono molto creative, trovano soluzioni insolite, sono capaci di entusiasmo e sensibili. Danno il massimo soprattutto nelle situazioni difficili: quando gli altri si sentono sopraffatti, grazie al loro iperfocus sono in grado di risolvere anche problemi complessi e di svolgere una montagna di compiti in brevissimo tempo. Molte persone affette da ADHD sono inoltre carismatiche, lavorano o si allenano con grande perseveranza quando sono veramente interessate a qualcosa. Per questo spesso raggiungono prestazioni eccezionali in un determinato ambito, come ad esempio l’attrice Emma Watson, il cantante Justin Timberlake o l’atleta Simone Biles, tutti affetti da ADHD.


La diagnosi di ADHD

La diagnosi di ADHD viene posta da un medico dopo un esame approfondito. È importante escludere altre cause mediche o psichiche. Non è possibile individuare l’ADHD con un singolo test. L’accertamento si articola in diverse fasi, che comprendono colloqui sul comportamento, sui sintomi e sulle loro ripercussioni sui diversi ambiti di vita della persona colpita. Inoltre, si raccolgono importanti informazioni sullo sviluppo nella prima infanzia, sul percorso scolastico, sull’anamnesi medica e sulla storia familiare di disturbi comportamentali. Vengono interpellati genitori e insegnanti. Infine, i sintomi presenti vengono valutati per numero, frequenza e gravità.

Per la diagnosi di ADHD devono essere soddisfatte le seguenti condizioni:

  • i sintomi devono manifestarsi prima dei 12 anni e persistere più di 6 mesi
  • i sintomi devono manifestarsi in diversi ambiti della vita
  • i sintomi devono soddisfare diversi criteri di un sistema di classificazione riconosciuto. Tra questi figurano il DSM-5 (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali), l’ICD-10 e l’ICD-11 (Classificazione internazionale delle malattie).

L’ADHD viene diagnosticato sempre più spesso anche negli adulti. I motivi sono diversi: da un lato, la consapevolezza del disturbo è aumentata e l’ADHD non è più considerato solo una «malattia infantile», d’altro lato, nelle donne i sintomi vengono riconosciuti meglio. Inoltre, oggigiorno l’ADHD viene diagnosticato più spesso nel quadro del trattamento di patologie secondarie dell’ADHD come depressione, disturbi d’ansia o dipendenza da alcool e droghe.

Il trattamento dell’ADHD

Il trattamento dell’ADHD mira ad alleviare i sintomi e sviluppare strategie per affrontare le difficoltà quotidiane dovute all’ADHD. A tal fine può essere d’aiuto una combinazione di medicamenti, terapia comportamentale, adattamenti dell’ambiente circostante e sostegno da parte del contesto sociale. Medicamenti come Ritalin o Concerta possono regolare l’equilibrio metabolico nel cervello, ma è possibile trattare l’ADHD anche senza medicamenti.

Fonti: msdmanuals.com, quarks.de, adhs.info, enableme.ch, adhs20plus.ch

Consigli di lettura sull’ADHD

  • ADHD 2.0 di Edward M. Hallowell e John J. Ratey, Ballantine Books, 2021.
  • Die Welt der Frauen und Mädchen mit AD(H)S (Il mondo delle donne e delle ragazze con AD(H)S) di Christine Carl, Ismene Ditrich, Christa Koentges e Swantje Matthies. Beltz Verlag, 2022.
  • Kirmes im Kopf (Luna park nella testa) di Angelina Boerger, Kiepenhauer &Witsch, 2023.

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